Helen Ratajczak, ex ricercatrice della multinazionale farmaceutica Boehringer Ingleheim Phapmaceuticals, nonché co-autrice di una ricerca scientifica per la FDA (Food & Drugs Administration) del governo americano, oggi è presidente della sezione Nord Est dell'Istituto di Tossicologia degli Stati Uniti. Giunta all'età della pensione, la dottoressa Ratajczak ha deciso di uscire allo scoperto, e di rivelare molte delle falsità che reggono il gioco delle grandi case farmaceutiche, come in passato è accaduto per le grandi multinazionali del tabacco.
Mantenendo ciò che si era prefissata, ecco quindi la pubblicazione di una interessante revisione scientifica che analizza il rapporto fra vaccini e autismo, un vero e proprio terremoto mediatico che sta mettendo in seria difficoltà l'industria del settore. L’articolo è stata pubblicato dal "Journal of Immunotoxicology", intitolato "Aspetti teorici dell’autismo, cause e riesame". Un'attenta analisi di tutto il corpo delle pubblicazioni scientifiche emerse dopo che l’autismo è stato descritto dal 1943. Non solo la teoria suggerita dalla ricerca quale il ruolo del vaccino trivalente Morbillo Parotite Rosolia, o il conservante al mercurio (Thimerosal), ma ha analizzato tutte le ricerche riguardanti i vaccini in generale.
Nel suo articolo la Ratajczak afferma che "cause documentate di autismo includono mutazioni genetiche e delezioni cromosomiche, infezioni virali, e l’encefalite a seguito della vaccinazione. Conseguenza: l’autismo è il risultato di difetti genetici e delle infiammazioni del cervello provocato dai vaccini".
L’articolo prende in esame molti colpevoli potenziali correlati alle vaccinazioni, compreso il numero sempre più crescente di vaccini somministrati in un breve periodo di tempo.
La dottoressa Ratajczak afferma inoltre: "Ciò che ho pubblicato è altamente incentrato sulla ipersensibilità del sistema immunitario del nostro corpo che viene buttato fuori di equilibrio".
Il Dottor Brian Strom, ricercatore alla Pennsylvania University ed ex scienziato dell'Istituto di Medicina, in qualità di consigliere per il governo sulla sicurezza dei vaccini, afferma che l’opinione medica prevalente è che i vaccini sono scientificamente legati alla encefalopatia (danno cerebrale), ma non sono scientificamente legati all’autismo. Così, per quanto riguarda la revisione della Ratajczak, afferma che non trova nulla di straordinario: "Questa è una rassegna di teorie. La scienza è basata su fatti. Bisogna trarre conclusioni sugli effetti di un’esposizione sulle persone, avendo dati sulle persone. I dati sulle persone non supportano l’esistenza di una relazione in quanto tale, qualsiasi speculazione su una spiegazione per un inesistente rapporto è irrilevante".
La dottoressa Ratajczak si occupa però anche di un fattore che non è stato ampiamente discusso ma comunque denunciato: il DNA umano contenuto nei vaccini, come fatto presente anche da parte della Pontificia Accademia Pro Vita. I rapporti della Ratajczak mettono in evidenza che all’incirca nello stesso momento in cui i produttori di vaccini furono chiamati a togliere dalla maggior parte dei vaccini il Thimerosal (con l’eccezione dei vaccini antinfluenzali che lo contengono ancora ampiamente), hanno iniziato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani.
Secondo la dottoressa Ratajczak i tessuti umani sono attualmente utilizzati in 23 vaccini, con probabile aumento dell’incidenza di autismo corrispondente all’introduzione di DNA umano nel vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia, e suggerisce come gli eventi potrebbero essere collegati. Afferma anche come un picco ulteriore di aumento dei casi di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino contro la Varicella (Varivax) è stato coltivato nel tessuto fetale umano (MRC-5 si trova anche nel trivalente Priorix anti-Moribillo-Parotite-Rosolia della GlaxoSmithKline che viene somministrato anche in Italia).
Mantenendo ciò che si era prefissata, ecco quindi la pubblicazione di una interessante revisione scientifica che analizza il rapporto fra vaccini e autismo, un vero e proprio terremoto mediatico che sta mettendo in seria difficoltà l'industria del settore. L’articolo è stata pubblicato dal "Journal of Immunotoxicology", intitolato "Aspetti teorici dell’autismo, cause e riesame". Un'attenta analisi di tutto il corpo delle pubblicazioni scientifiche emerse dopo che l’autismo è stato descritto dal 1943. Non solo la teoria suggerita dalla ricerca quale il ruolo del vaccino trivalente Morbillo Parotite Rosolia, o il conservante al mercurio (Thimerosal), ma ha analizzato tutte le ricerche riguardanti i vaccini in generale.
Nel suo articolo la Ratajczak afferma che "cause documentate di autismo includono mutazioni genetiche e delezioni cromosomiche, infezioni virali, e l’encefalite a seguito della vaccinazione. Conseguenza: l’autismo è il risultato di difetti genetici e delle infiammazioni del cervello provocato dai vaccini".
L’articolo prende in esame molti colpevoli potenziali correlati alle vaccinazioni, compreso il numero sempre più crescente di vaccini somministrati in un breve periodo di tempo.
La dottoressa Ratajczak afferma inoltre: "Ciò che ho pubblicato è altamente incentrato sulla ipersensibilità del sistema immunitario del nostro corpo che viene buttato fuori di equilibrio".
Il Dottor Brian Strom, ricercatore alla Pennsylvania University ed ex scienziato dell'Istituto di Medicina, in qualità di consigliere per il governo sulla sicurezza dei vaccini, afferma che l’opinione medica prevalente è che i vaccini sono scientificamente legati alla encefalopatia (danno cerebrale), ma non sono scientificamente legati all’autismo. Così, per quanto riguarda la revisione della Ratajczak, afferma che non trova nulla di straordinario: "Questa è una rassegna di teorie. La scienza è basata su fatti. Bisogna trarre conclusioni sugli effetti di un’esposizione sulle persone, avendo dati sulle persone. I dati sulle persone non supportano l’esistenza di una relazione in quanto tale, qualsiasi speculazione su una spiegazione per un inesistente rapporto è irrilevante".
La dottoressa Ratajczak si occupa però anche di un fattore che non è stato ampiamente discusso ma comunque denunciato: il DNA umano contenuto nei vaccini, come fatto presente anche da parte della Pontificia Accademia Pro Vita. I rapporti della Ratajczak mettono in evidenza che all’incirca nello stesso momento in cui i produttori di vaccini furono chiamati a togliere dalla maggior parte dei vaccini il Thimerosal (con l’eccezione dei vaccini antinfluenzali che lo contengono ancora ampiamente), hanno iniziato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani.
Secondo la dottoressa Ratajczak i tessuti umani sono attualmente utilizzati in 23 vaccini, con probabile aumento dell’incidenza di autismo corrispondente all’introduzione di DNA umano nel vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia, e suggerisce come gli eventi potrebbero essere collegati. Afferma anche come un picco ulteriore di aumento dei casi di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino contro la Varicella (Varivax) è stato coltivato nel tessuto fetale umano (MRC-5 si trova anche nel trivalente Priorix anti-Moribillo-Parotite-Rosolia della GlaxoSmithKline che viene somministrato anche in Italia).
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