Fonte: Ilfattoquotidiano.it
La campagna nazionale di vaccinazioni pediatriche ha avuto dei graduali ma significativi cambiamenti negli ultimi due decenni.
Una volta le vaccinazioni obbligatorie erano solo 3, ma dal 1991 sono diventate 4 essendo stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B.
A partire dal 2001, però, al posto di questi 4 vaccini (contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), senza alcuna legge dello Stato, si è imposta di fatto l’usanza di somministrare l’Esavalente che, oltre ai precedenti 4 vaccini, contiene anche quello contro pertosse e l’emofilo B.
Il vaccino Esavalente è sicuramente di comodo uso, ma è altrettanto sicuro? Gli studi pubblicati dall’Industria Farmaceutica sembrerebbero garantirlo, ma la letteratura scientifica indipendente denuncia che il rischio che un bambino ha di subire danni da vaccino è tanto maggiore quanto più il bambino è piccolo e tanto è maggiore il numero di vaccini somministrati contemporaneamente (cfr. il mio articolo “Pericolo esavalente: vaccino ritirato”).
Però ci si chiede: se lo Stato impone 4 vaccini, perché i genitori devono essere costretti, di fatto, a somministrarne 6? Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
Contemporaneamente a questi interventi, negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad una improvvisa abolizione della distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi, con la conseguenza che i genitori credono che tutti i vaccini siano obbligatori, mentre restano obbligatori sempre e solo i suddetti 4. Cosa giustifica questa politica sanitaria? Sono forse aumentati i casi di queste patologie infettive pediatriche? E se questo non è accaduto, cos’altro può spiegare tali prese di posizione? E ancora: al giorno d’oggi nel nostro Paese sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Una risposta dettagliata a queste domande richiede più spazio di quello ora disponibile, ma credo che un accenno sia possibile (l’argomento è stato ampiamente trattato nel mio libro “Le Vaccinazioni Pediatriche” con più di 1500 studi scientifici discussi nel testo).
1 – Il vaccino esavalente è sicuro?
Chi sapeva che il vaccino esavalente è stato sospettato di aver causato numerosi casi fatali di edema cerebrale nei neonati e che per questo nel 2006 è stato ritirato e sostituito dall’attuale (sospeso recentemente per rischio di infezione)? Il Prof. Randolf Penning dell’Istituto di Medicina Legale di Monaco ha documentato più di 120 casi e 6 di questi erano morti lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno dopo, mentre al pubblico il ritiro era stato giustificato da una scarsa protezione verso l’epatite B (cfr. il mio articolo “A proposito dei recenti vaccini ritirati e della libertà vaccinale”).
2) Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
La commercializzazione dei farmaci (i vaccini sono farmaci) è regolata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità sotto la direzione del Ministero della Salute.
3) Sono aumentati i casi delle patologie infettive pediatriche controllabili dai vaccini?
Certamente no, ma non possiamo neppure dire che le vaccinazioni di massa hanno ridotto le malattie infettive a loro associate, perché tutti gli studi epidemiologici indicano che le malattie infettive sono calate grazie alle migliorate condizioni igieniche e ben prima delle vaccinazioni di massa. Un editoriale di una rivista di pediatria afferma: “Nella storia, la maggior diminuzione della morbilità e mortalità causate dalle malattie infettive non è stata merito dei moderni antibiotici o dei vaccini, ma dell’introduzione dell’acqua pulita e delle fognature” (J. Pediatr. 1999).
Fig. 1 – Calo della mortalità pediatrica per pertosse e morbillo in Inghilterra e Galles dal 1850 al 1970 (McKeown T. The Modern Rise of Population. Academic Press, New York, 1976)
4) Oggi, nel nostro Paese, sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Negli altri Paesi europei le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono molto scarse e anche estremamente eterogenee (vaccini obbligatori in uno Stato non lo sono negli altri). Essendo farmaci, i vaccini hanno potenziali effetti indesiderati (nel nostro Paese mancano gli studi di farmacovigilanza vaccinale): come possiamo iniettare nei neonati (potenzialmente sani) dei farmaci senza avere un minimo di bilancio indipendente del rapporto rischio/beneficio? E perché iniettarli indiscriminatamente?
I trattamenti farmacologici vengono sempre personalizzati negli adulti: perché i bambini dovrebbero fare eccezione? Stiamo distruggendo il presente, il futuro e la felicità dei nostri figli?
Infine, se i vaccini forniscono solo un’immunità temporanea e specifica proteggendo, se va bene, solo verso alcuni tipi di germi, invece di praticare queste vaccinazioni di massa, non è molto più logico, utile, sicuro ed economico agire potenziando l’immunità aspecifica del singolo bambino che lo proteggerà non verso alcuni germi, ma verso tutti i germi, anche se in modo non assoluto? Oggi, questo approccio è perfettamente fattibile!
Forse è giunto il momento per creare una Nuova Medicina.
Una volta le vaccinazioni obbligatorie erano solo 3, ma dal 1991 sono diventate 4 essendo stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B.
A partire dal 2001, però, al posto di questi 4 vaccini (contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), senza alcuna legge dello Stato, si è imposta di fatto l’usanza di somministrare l’Esavalente che, oltre ai precedenti 4 vaccini, contiene anche quello contro pertosse e l’emofilo B.
Il vaccino Esavalente è sicuramente di comodo uso, ma è altrettanto sicuro? Gli studi pubblicati dall’Industria Farmaceutica sembrerebbero garantirlo, ma la letteratura scientifica indipendente denuncia che il rischio che un bambino ha di subire danni da vaccino è tanto maggiore quanto più il bambino è piccolo e tanto è maggiore il numero di vaccini somministrati contemporaneamente (cfr. il mio articolo “Pericolo esavalente: vaccino ritirato”).
Però ci si chiede: se lo Stato impone 4 vaccini, perché i genitori devono essere costretti, di fatto, a somministrarne 6? Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
Contemporaneamente a questi interventi, negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad una improvvisa abolizione della distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi, con la conseguenza che i genitori credono che tutti i vaccini siano obbligatori, mentre restano obbligatori sempre e solo i suddetti 4. Cosa giustifica questa politica sanitaria? Sono forse aumentati i casi di queste patologie infettive pediatriche? E se questo non è accaduto, cos’altro può spiegare tali prese di posizione? E ancora: al giorno d’oggi nel nostro Paese sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Una risposta dettagliata a queste domande richiede più spazio di quello ora disponibile, ma credo che un accenno sia possibile (l’argomento è stato ampiamente trattato nel mio libro “Le Vaccinazioni Pediatriche” con più di 1500 studi scientifici discussi nel testo).
1 – Il vaccino esavalente è sicuro?
Chi sapeva che il vaccino esavalente è stato sospettato di aver causato numerosi casi fatali di edema cerebrale nei neonati e che per questo nel 2006 è stato ritirato e sostituito dall’attuale (sospeso recentemente per rischio di infezione)? Il Prof. Randolf Penning dell’Istituto di Medicina Legale di Monaco ha documentato più di 120 casi e 6 di questi erano morti lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno dopo, mentre al pubblico il ritiro era stato giustificato da una scarsa protezione verso l’epatite B (cfr. il mio articolo “A proposito dei recenti vaccini ritirati e della libertà vaccinale”).
2) Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
La commercializzazione dei farmaci (i vaccini sono farmaci) è regolata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità sotto la direzione del Ministero della Salute.
3) Sono aumentati i casi delle patologie infettive pediatriche controllabili dai vaccini?
Certamente no, ma non possiamo neppure dire che le vaccinazioni di massa hanno ridotto le malattie infettive a loro associate, perché tutti gli studi epidemiologici indicano che le malattie infettive sono calate grazie alle migliorate condizioni igieniche e ben prima delle vaccinazioni di massa. Un editoriale di una rivista di pediatria afferma: “Nella storia, la maggior diminuzione della morbilità e mortalità causate dalle malattie infettive non è stata merito dei moderni antibiotici o dei vaccini, ma dell’introduzione dell’acqua pulita e delle fognature” (J. Pediatr. 1999).
Fig. 1 – Calo della mortalità pediatrica per pertosse e morbillo in Inghilterra e Galles dal 1850 al 1970 (McKeown T. The Modern Rise of Population. Academic Press, New York, 1976)
4) Oggi, nel nostro Paese, sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Negli altri Paesi europei le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono molto scarse e anche estremamente eterogenee (vaccini obbligatori in uno Stato non lo sono negli altri). Essendo farmaci, i vaccini hanno potenziali effetti indesiderati (nel nostro Paese mancano gli studi di farmacovigilanza vaccinale): come possiamo iniettare nei neonati (potenzialmente sani) dei farmaci senza avere un minimo di bilancio indipendente del rapporto rischio/beneficio? E perché iniettarli indiscriminatamente?
I trattamenti farmacologici vengono sempre personalizzati negli adulti: perché i bambini dovrebbero fare eccezione? Stiamo distruggendo il presente, il futuro e la felicità dei nostri figli?
Infine, se i vaccini forniscono solo un’immunità temporanea e specifica proteggendo, se va bene, solo verso alcuni tipi di germi, invece di praticare queste vaccinazioni di massa, non è molto più logico, utile, sicuro ed economico agire potenziando l’immunità aspecifica del singolo bambino che lo proteggerà non verso alcuni germi, ma verso tutti i germi, anche se in modo non assoluto? Oggi, questo approccio è perfettamente fattibile!
Forse è giunto il momento per creare una Nuova Medicina.
Il Dr. Roberto Gava si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Padova, si è specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica e Tossicologia Medica, per poi perfezionarsi in Agopuntura Cinese, Omeopatia Classica, Bioetica e Ipnosi Medica.
Dopo più di dieci anni di lavoro in ambiente universitario ed essere stato autore di due libri di Farmacologia e numerosi pubblicazioni scientifiche, da una ventina d’anni sta cercando di studiare gli approcci medici non convenzionali rivedendoli anche alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, essendosi convinto che il medico deve aprirsi a molte tecniche terapeutiche scegliendo di volta in volta per il suo paziente quella più appropriata.
L’uomo, infatti, è un mistero all’uomo stesso e ogni paziente ha la sua storia e la sua individualità: il medico non può non considerare l’unicità e l’unitarietà di ogni persona, specialmente quando questa è malata e cerca la salute.
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