15 luglio 2014

La cupola dei vaccini esiste (L'Espresso)


La procura di Roma chiude le indagini e conferma le rivelazioni de “l'Espresso” sui trafficanti di virus. Chieste le dimissioni del segretario generale del ministero della Salute


Esiste una cupola dei vaccini, che ha trasformato in business la lotta a virus pericolosi, garantendo l'arricchimento e la carriera di funzionari pubblici. È la conclusione della procura di Roma, che ha chiuso l'istruttoria durata otto anni, confermando l'inchiesta pubblicata da “l'Espresso” nello scorso aprile. Nella lista dei 41 indagati, che ora rischiano il processo, ci sono nomi di primo piano che hanno gestito nell'ultimo decennio la sicurezza veterinaria. Tra loro, c'è la virologa Ilaria Capua, ora parlamentare di Scelta Civica, che ha sempre respinto le accuse. E c'è soprattutto Romano Mirabelli, promosso poche settimane fa dal ministro Beatrice Lorenzin all'incarico di segretario generale del ministero della Salute nonostante “l'Espresso” avesse rivelato il suo coinvolgimento nella vicenda.
I pm romani guidati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo hanno diviso il procedimento in due filoni. Il primo riguarda i provvedimenti per combattere l'aviaria, l'epidemia dei polli che in alcune forme può contagiare anche l'uomo. Il secondo invece è relativo alla lingua blu, una malattia che colpisce soprattutto gli ovini e ha decimato gli allevamenti in Sardegna.
Proprio su questo fronte i pm ipotizzano che l'introduzione nel 2003 di un vaccino di produzione sudafricana mai sperimentato in Italia abbia contribuito a spargere l'epidemia nel nostro Paese “cagionando la diffusione in gran parte degli allevamenti italiani del virus provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”. Una decisione che sarebbe stata presa da Mirabelli, all'epoca direttore generale del dipartimento veterinario del ministero, e da Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise.
Le contestazioni di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e falsità ideologica sono invece legate alle campagne per combattere la “lingua blu” negli anni dal 2006 al 2009. Durante le quali secondo i pubblici ministeri sarebbe stata favorita l'azienda Merial Italia, anche con “false attestazioni” attraverso al vendita di “ingenti quantitativi di vaccino non necessari al fabbisogno nazionale, ed in particolare alla Regione Sardegna, causando un danno patrimoniale di due milioni e mezzo di euro».
Inquietante anche il capitolo sull'aviaria, in cui viene chiamata in causa la Capua e l'attività dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova. I magistrati ritengono che ci fosse un'associazione per delinquere finalizzata all'uso di “virus altamente patogeni dell'influenza aviaria del tipo H9 e H7N3, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione ad animali avicoli di allevamenti intensivi».
È proprio il traffico di virus, fatti arrivare di nascosto da altri paesi, che “l'Espresso” ha denunciato nella sua copertina.
L'indagine è nata da una segnalazione delle autorità americane, che avevano scoperto come dalla filiale italiana della multinazionale Merial venisse fatti arrivare negli Usa virus senza controllo raccolti anche in paesi arabi. L'obiettivo era quello di preparare vaccini da immettere sul mercato prima della concorrenza, in modo da moltiplicare i profitti. Di fronte agli investigatori il manager Paolo Candoli aveva ammesso il traffico, poi era rientrato in Italia proseguendo la sua attività. Ma il rapporto trasmesso dagli Usa nel 2005 ha fatto scattare gli accertamenti dei carabinieri del Nas, che grazie anche a lunghe intercettazioni telefoniche, hanno rivelato le attività nel nostro paese di questa “associazione per delinquere”. Per i carabinieri, da alcune intercettazioni “appare evidente come il contrabbando dei ceppi virali dell’influenza aviaria, posto in essere dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nelle persone di Ilaria Capua, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli, con il concorso del marito della dottoressa Capua, Richard William John Currie, costituisca di fatto un serio e concreto pericolo per la salute pubblica per il mancato rispetto delle norme di biosicurezza”.
Adesso dopo la decisione della procura di Roma si moltiplicano le richieste perché il ministro Lorenzin sospenda Mirabelli dall'incarico di segretario generale. La senatrice di Sel Loredana De Petris ha sottolineato come le indagini svelino l'esistenza di una cupola “che ha orientato le scelte nel campo dei vaccini a esclusivo vantaggio di un'azienda privata”. Sulla stessa linea Mauro Pili, deputato sardo ex Pdl e ora leader di Unidos, che parla di “scandalo di gravità inaudita perché costruito con il silenzio di molti, sia a livello nazionale che regionale”.
Pili con un'interrogazione urgente domanda il commissariamento della gestione delle misure contro la lingua blu.
«Ormai non si contano più le occasioni sprecate dal Ministro Lorenzin, e questa è solo l’ultima» insiste Claudio Giustozzi, segretario dell’associazione “Giuseppe Dossetti: «il suo silenzio sulle responsabilità in particolare del suo ministero, è sconcertante e preoccupante. Riteniamo che tutti coloro i quali dovessero ricevere avvisi di garanzia abbiano il senso civile e morale di autosospendersi dall’incarico».

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