25 novembre 2015

Vaccini: il punto di vista di un medico "fuori dal coro"


Nella diatriba sui vaccini ci si dimentica di ricordare che negli anni passati si ricorse ai tribunali per togliere la patria potestà ai genitori e vaccinare a forza i loro bambini.

Più tardi lo Stato si ammorbidì e si accontentò di multare i genitori senza vaccinare forzatamente i bambini. Ora ci aspetteranno tempi ancor più bui, in barba a quel che fanno i Paesi europei più avanzati dove nessuno ha mai imposto alcun obbligo.
Politici ministeriali strepitano per identificare i mezzi coercitivi più idonei per piegare le famiglie e per cooptare quel medici “eretici” che potrebbero sconsigliare un vaccino, ritenuto inutile, controindicato o pericoloso per uno specifico paziente o, anatema!, prescrivere mezzi alternativi e più efficaci per rinforzare l’immunità.
Dopo l’imposizione delle vaccinazioni, il Legislatore dovette riconoscere la possibilità di indennizzare i possibili danneggiati dalle vaccinazioni stesse con la Legge 210/1992; ciò nonostante quando famiglie, che si ritengono danneggiate, ricorrono in sede giudiziale per ottenere il riconoscimento dei benefici della Legge 210/92, questo nostro Stato si scaglia di regola contro Giudici, C.T.U. e famiglie, stravolgendo le regole che esso stesso si è dato, negando fatti, omettendo esami e occultando documentazioni, imponendo l’esistenza di una sola credibilità scientifica: quella che sostiene che i vaccini siano del tutto innocui e la pratica vaccinale di massa assolutamente indispensabile e salvifica per l’intera popolazione.
Sarà solo la libera unione di cittadini medici e non medici, non compromessi col sistema, accumunati dalla consapevolezza che la “Salute” è un Diritto e che lo Stato, mantenuto dai loro denari, deve adoperarsi per: conservare un ambiente salubre, promuovere stili di vita che ci mantengono in salute, proteggere l’infanzia invece che massacrare intere generazioni con farmaci e promuovere aberranti programmi di pseudo-educazione sessuale per i bambini di 3 anni, garantire l’accesso a TUTTE le cure disponibili, in caso di malattia, accollandosi la spesa di quelle che, non fornite sul patrio suolo, richiedono il trasferimento all’estero, castigare chi avvelena aria, acqua e suolo facendo ammalare intere città invece che premiarle col colpo di spugna della depenalizzazione come quella regalata all’ILVA nei giorni scorsi.
Chi proprio lo vorrà, sarà libero di farsi vaccinare e super vaccinare i propri figli, ma con una partecipazione alla spesa sanitaria per le vaccinazioni ora “raccomandate” e possibilmente dopo aver dimostrato che i vaccinati non siano, loro sì, novelli untori com’è, per esempio, ampiamente documentato per il vaccino contro la pertosse.



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