1 marzo 2017 da Vita al Microscopio in In Primo Piano, Interviste
Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi: Lei ha detto pubblicamente che non si occuperà più di vaccini. Dopo quello che è accaduto a Bruxelles, a Parigi e a Londra e che lei ha descritto seccamente sul suo blog [http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2965-signore-e-signori-il-medioevo.html (N.d.R.)] posso capirla. Ma non mi pare di ricordare sue sconfitte.
Stefano Montanari – Questo è un caso diverso dagli altri. Io mi sono occupato di inceneritori di rifiuti, di centrali elettriche, di impianti a biomasse, di filtri antiparticolato, di malattie da guerra, di alimenti contaminati e di non pochi altri argomenti uno più delicato dell’altro. In ogni caso, mio malgrado e spesso senza rendermene conto, ho toccato interessi enormi, attirandomi addosso attacchi di ogni tipo. La sottrazione dell’ultimo microscopio non è che un esempio fra i tanti. Stavolta, però, la cosa è più critica: molto più critica di quanto mi sarei mai aspettato.
RD – Perché?
SM – Perché i vaccini non sono solo un business colossale, ma sono oggetto di culto che, più che religioso, chiamerei di superstizione. Lì non sono coinvolti solo i furbetti che fanno palate di quattrini come negli altri casi, anche se di quelli ce ne sono in abbondanza, ma c’è una schiacciante maggioranza di popolo che non solo è tenuto ignorante ma che, quel che è peggio, vuole a tutti i costi rimanere tale.
RD – Ancora una volta le chiedo perché.
SM – Perché il vaccino è un amuleto che dà sicurezza. È la coperta di Linus. Ci sono i politici a rassicurare, i giornalisti, gli scienziati presunti tali, giù fino all’ultimo medico di famiglia: ti fai la puntura e diventi invulnerabile. E, allora, perché rinunciare a dormire sonni tranquilli? E se non vaccini tuo figlio sei un criminale. Eppure, basterebbe dedicare dieci minuti all’osservazione dei dati degli enti ufficiali di statistica inglese e americano per accorgersi, con i freddi dati sotto gli occhi, che i vaccini non hanno salvato nessuna vita umana. E questo nella più generosa delle ipotesi. Se, poi, aggiungiamo le porcherie che stanno allegramente nei vaccini…
RD – Eppure mi pareva che fino a non molto tempo fa lei non fosse di quell’opinione.
SM – Io ho studiato farmacia, la sola facoltà universitaria che si occupi davvero di medicinali, ed ero stato cresciuto nella convinzione che i vaccini fossero la potenziale salvezza del mondo. Ero convinto che davvero avessero eradicato o, almeno, ridotto enormemente quanto a incidenza tante malattie. Poi, dopo lo shock di una quindicina di anni fa, quando analizzammo i nostri primi campioni di vaccini trovandoli a sorpresa inquinati, cominciai a studiare per davvero, rinunciando a tutto quanto credevo di sapere e con la mente libera da pregiudizi. Piano piano, negli anni, studiando in parallelo con le nostre analisi mi dovetti rendere conto, e lo feci non senza fatica, che ci erano state raccontate fandonie: fandonie prive del minimo fondamento. Ma, prescindendo dalla farmacologia, a convincermi che i vaccini sono immersi fino al collo nel malaffare è stato qualcosa che di scientifico non ha niente.
RD – Cioè?
SM – Cioè la reazione di professorini non solo palesemente ignoranti ma altrettanto palesemente truffaldini. Questi non solo mentivano e continuano a mentire, ma ignorano qualunque elemento possa mettere a rischio quello che per loro è diventato il business fino a censurarlo, con tanti saluti a Ippocrate e al suo giuramento.
RD – Un esempio di censura?
SM – A parte l’impossibilità di entrare nei loro siti Internet se solo si è posta una domanda imbarazzante, pensi solo, scegliendo un argomento fra i tanti possibili, allo squallore delle frottole che si raccontano sull’autismo. Una delle tesi di successo di questi professorini è che, se un bambino in perfetta salute diventa autistico poche ore dopo la vaccinazione, è solo perché è a quell’età che l’autismo sopravviene. Ho appena letto la notizia di tre gemelli diventati simultaneamente autistici dopo l’iniezione. Naturalmente il caso, un caso che più esplicativo non potrebbe essere, viene debitamente censurato e questi personaggi continuano ad imbrogliare quelli che, direttamente o indirettamente, sono diventati la loro clientela. Comunque, gemelli o no, sarebbe sufficiente fare due chiacchiere con i tantissimi genitori che l’effetto dei vaccini l’hanno visto con i loro occhi. Con tutto quanto c’è di dichiarato o di clandestino in quelle siringhe…
RD – Ma lei ha invitato più volte questi cosiddetti scienziati ad assistere alle analisi dei vaccini.
SM - Non solo quei personaggi non rispondono ogni volta che io li invito a presenziare alle nostre analisi, ma continuano imperterriti a negare gli effetti collaterali e, pur non avendo mai fatto un’analisi, continuano a negare la presenza di porcherie nei vaccini e, non contenti, continuano pure a terrorizzare il gregge ormai in stato d’ipnosi a proposito di epidemie del tutto inesistenti e di pericoli grottescamente inventati. Strano che nessun magistrato si prenda la briga di dare un’occhiata. Ma con quei personaggi è impossibile qualunque confronto, se non altro perché scappano terrorizzati non appena l’eventualità di un faccia a faccia, dati propri alla mano, viene anche solo vagamente paventata. Poi ci sono i politici. Che questi siano totalmente ignoranti non può stupire, ma ciò che aggrava la loro ignoranza, e di parecchio, è l’arroganza con cui difendono ciò che è scientificamente indifendibile. Senza fare nomi, riveda il caso del film Vaxxed vietato al parlamento di Roma e a quello europeo di Bruxelles. Dove sia finita la dignità dei parlamentari non saprei dire. Ciò che posso dire, invece, è che un deputato o un senatore, anche se abusivo come quelli nostrani, che si degradi al punto di accettare supinamente che qualcuno decida ciò che lui deve sapere e ciò che gli deve restare ignoto è degno solo del massimo disprezzo umano. Ma a veicolare capillarmente il tutto ci sta un esercito di giornalisti e di zucche televisive parlanti, e gli intossicati da TV e da Internet, che costituiscono una popolazione immensa, sono le loro prede di elezione. A questi personaggi si aggiungono le mammine isteriche le quali, eccitate dalla popolarità raggiunta cui, naturalmente, non hanno l’abitudine, e dopo aver acquisito l’onniscienza del caso, sparano le sciocchezze più ridicole arrivando persino ad inventare persecuzioni mai avvenute da brave malate di mitomania e di disturbo istrionico della personalità. E allora – mi chiedo – visto tutto questo, perché si sarebbe dovuta allestire una guerra simile se non ci fossero interessi molto pesanti in ballo? Perché a Bruxelles ho dovuto parlare sotto protezione armata? Perché mia moglie ed io continuiamo ad essere ostacolati, spesso con un’arroganza inaudita e nel disprezzo della legge e delle sentenze del tribunale, nelle ricerche quando la ricerca è libera per l’articolo 33 della Costituzione? Perché i medici che fanno domande rischiano di essere banditi dalla professione? Perché si dà loro un premio in denaro per ogni ago che piantano indipendentemente dall’indicazione e dall’osservanza della buona pratica medica? È tutta questa reazione ad avermi definitivamente dimostrato, insieme con le nostre analisi, che i vaccini sono nient’altro che un business di dimensioni planetarie, un business che senza la violenza non avrebbe modo di sostenersi perché i risultati obiettivi sono, a dir poco, fallimentari. E, per di più, un business che porta con sé guai non solo per il portafoglio, visto che molta di quella mercanzia la paghiamo con le tasse, ma per la salute.
RD – Ho letto che un laboratorio tedesco ha analizzato alcuni vaccini trovandoli inquinati [https://autismovaccini.org/2017/02/14/germania-analizzate-16-fiale-di-vaccini-tutte-inquinate/ (N.d.R.)]. Che ne dice?
SM – Nessuna sorpresa. I tedeschi hanno applicato una metodica molto diversa dalla nostra: mentre noi cerchiamo con il microscopio elettronico, vedendole, le particelle solide e inorganiche di cui, purtroppo, i vaccini sono pieni, loro usano una tecnica classica che permette di registrare gli atomi e le molecole che stanno nella parte liquida del vaccino o, comunque, nella soluzione finale. Dunque, ognuno di noi lavora con i metodi adatti su una frazione diversa del prodotto, cosicché i loro ritrovamenti sono diversi dai nostri ma con i nostri sono del tutto complementari. Interessante che abbiano trovato invariabilmente il mercurio in tutti i campioni dei 16 vaccini analizzati, un elemento la cui presenza viene negata cocciutamente. Purtroppo, prescindendo da politici e giornalisti che, di regola, si esprimono a vanvera, parlando in generale e con le dovute eccezioni, i medici hanno solo nozioni rudimentali di chimica e, forse paradossalmente per chi non è del mestiere, non conoscono i farmaci. Non sanno, per esempio, che il mercurio viene regolarmente usato in una fase di produzione dei vaccini e che è di fatto tecnicamente impossibile rimuoverlo poi del tutto. Se poi costoro sapessero come si comporta chimicamente il mercurio con le proteine, la cisteina in particolare, saprebbero che ne bastano delle tracce per fare veri e propri disastri.
RD – Ma, leggendo i risultati di quelle analisi, ho visto che si è trovato perfino l’uranio.
SM – Sì, l’ho visto: 15 vaccini su 16 lo contenevano. Non mi chieda da dove viene l’uranio perché non ne ho idea, ma di sicuro io non me lo farei iniettare.
RD – E le autorità sanitarie?
SM – Quelle sono un problema enorme. Ci costano dei patrimoni e non solo non muovono un dito, dopo essere state allertate, almeno per controllare sia quello che abbiamo pubblicato noi [http://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.pdf (N.d.R.)] sia quello che hanno pubblicato i tedeschi, ma si arrampicano su specchi sempre più scivolosi per negare ciò che ormai è palese. È ovvio che questi enti, e parlo a livello mondiale, hanno abdicato totalmente alla loro missione e di loro non ci si può più fidare nemmeno minimamente.
RD – Che cosa dovrebbero fare in questo caso?
SM – Semplicemente rifare le analisi, le nostre e quelle dei tedeschi, esattamente come le regole della scienza comandano. Invece l’unica reazione è il tentativo goffo di screditarci con obiezioni comiche e di difendersi dietro un allucinante “lei non sa chi sono io.” Ed è proprio perché ci stiamo rendendo conto di chi sono loro che sono convinto di trovarmi al cospetto di entità completamente inaffidabili. In definitiva, quei baracconi devono esistere solo per garantire la nostra salute e, invece, la sola cosa che garantiscono è un business che con la salute non ha niente a che fare. A consolazione, devo dire che, in un recente viaggio all’estero, ho incontrato un funzionario di uno di quegli enti, un giovane scientificamente molto preparato, che mi pare molto benintenzionato ad andare davvero a fondo della questione. Dunque, c’è ancora vita sulla Terra. Spero solo che chi sta gerarchicamente sopra di lui sia culturalmente e, soprattutto, moralmente all’altezza.
RD – Ammettiamo che le analisi venissero rifatte. Che cosa succederebbe?
SM – Ammettiamo allora che le analisi non siano taroccate e che diano risultati oggettivi che poi vengano resi pubblici senza censure come è diritto di tutti. I casi sarebbero naturalmente due: i vaccini sono puliti o i vaccini sono sporchi. Nel primo caso, per pura incapacità, noi e i tedeschi avremmo fatto una pessima figura e ci dovremmo ritirare lontano dal mondo, magari in qualche convento. Nella seconda eventualità, due cose sarebbero da mettere in pista simultaneamente: cacciare subito i funzionari truffaldini e tutta la sfilata di politici, di scienziati fasulli, di medici incapaci e di giornalisti al seguito, portandoli in un’aula di giustizia dove dovrebbero rispondere secondo la legge delle loro azioni e delle conseguenze che le loro azioni hanno inevitabilmente determinato. Contemporaneamente si dovrebbe bloccare precauzionalmente la somministrazione di tutti i vaccini ormai diventati anche ufficialmente pericolosi, obbligando le industrie a produrre solo roba perfetta, cosa che oggi appare una chimera. Poi occorrerebbe ripristinare l’obbligo di sperimentare i vaccini. Sembrerà strano ai non addetti ai lavori, ma oggi i vaccini si mettono in distribuzione senza alcuna garanzia che questi funzionino e che siano esenti da effetti collaterali deleteri. Si producono e si vendono in un fiat. Nemmeno un frullatore gode di privilegi del genere. I medici, poi, dovranno essere obbligati ad operare come la buona pratica medica comanda, anche questa al momento attuale una chimera.
RD – Cioè?
SM – Semplice: con i farmaci non si gioca. I vaccini, farmaci a tutti gli effetti, vanno somministrati solo e se e quando ne esista la reale indicazione. Poi, si verifica se il soggetto sia già immune nei confronti della malattia e ci si accerta che non sia allergico nei riguardi di qualche componente del farmaco. Tutto questo non è un capriccio ma fa parte degli obblighi riportati persino sui bugiardini dei vaccini su cui non c’è spazio di discussione e fa parte dei diritti di chi alla vaccinazione sta per sottoporsi. È da aggiungere che le vaccinazioni, a maggior ragione se multiple, non si possono praticare a bambini che non hanno ancora un microbiota capace di tollerarle. Qualche giorno fa mi trovavo all’estero e un medico italiano mi raccontava di un bambino nato prematuro dopo sette mesi di gravidanza cui la pediatra dell’ospedale ha iniettato il vaccino contro l’epatite B. Aggiungo che la madre e il resto della famiglia erano perfettamente sani. Inutile dire che quel bambino è stato trasformato immediatamente in una specie di vegetale. Mio nonno diceva che ne uccide più l’ignoranza della febbre spagnola, ma il guaio si aggrava se a morire non è l’ignorante ma chi dell’ignoranza altrui è vittima.
RD – Ma lei continuerà ad analizzare i vaccini?
SM – Se lo farò, non sarà certo per l’Italia. Questo paese merita la sorte che si è voluta a tutti i costi. Quello che avevo da dire l’ho detto e scritto mille volte. Molto ingenuamente m’illudevo che aver rivelato l’esistenza di un problema avrebbe contribuito a risolverlo. Invece non è stato così e ho ricevuto attacchi violenti dallo schieramento dei cosiddetti vaccinisti e nessun aiuto da parte da quei comitati che fingono di occuparsi di vaccini. I fatti sono che la situazione così com’è fa comodo a tutti e, allora, io non ho più niente da dire.
RD – Che cosa le servirebbe per poter continuare le ricerche?
SM – La cosa più volgare del mondo: i quattrini per poterlo fare. Con i quattrini potrei avere un microscopio con cui essere indipendente e non più ricattabile, potrei lavorarci tutti i giorni come facevamo prima dell’impresa di Grillo e non saltuariamente facendomi 400 chilometri ogni volta, potrei mantenerlo: un’impresa non facile, stante i costi enormi di mantenimento, e chieda informazioni al riguardo all’Università di Urbino e all’ARPAM di Pesaro che il nostro microscopio se lo sono ritrovato in casa senza colpo ferire. Ma i quattrini sono troppo preziosi e nessuno se ne separa. Bene: è una scelta. Quello che mi fa arrabbiare forse più di ogni altra cosa, però, è la valanga di mail con cui si pretendono da me risultati e informazioni. Sia chiaro: io non devo niente e nessuno. Anzi, io sono in una situazione di credito immane che ormai nessuno potrà colmare.
RD – Eppure mi pare che non poche persone si siano offerte di darle una mano.
SM – Chiariamo la cosa: la mano la darebbero non a noi ma a loro stessi. Comunque, sì: da me passa costantemente, da anni, una sfilata di personaggi che promettono montagne di quattrini: attori, cantanti, sportivi, industriali, uomini d’affari… Non di rado soggetti notissimi. Poi, regolarmente, dopo avermi fatto perdere tempo con le loro farneticazioni infantili, svaniscono nel nulla. Ormai li riconosco al volo: ad oggi da loro non è mai arrivato un centesimo e mai arriverà. Curiosamente, l’unico che non è sparito, almeno subito perché da anni non ne ho fortunatamente più traccia, è stato il tragicomico Beppe Grillo. Non che ci abbia messo una palanca, ma alla fine il microscopio è arrivato. Peccato si trattasse di un giochetto preparato apposta per imbavagliarmi. Insomma, un mecenate al rovescio per motivi di cui non voglio nemmeno accennare per lo schifo che ancora oggi provo. E, a farmi arrabbiare, ci sono quelli che mi scrivono di non mollare. Già: io mi massacro e voi state seduti in platea a sventolare la bandierina del tifoso d’occasione a godervi la scena, a vedere che cosa succede e a chiedermi se dovete vaccinare il pesce rosso. Questo prescindendo da chi vuole notizie sul suo filtro per l’acqua o sulla lozione per capelli. Qualcuno sottolinea pure che le informazioni le vuole dettagliate. Dico sul serio.
RD – Visto che ha già perso la pazienza, cambio argomento e finisco chiedendole qualcosa della partecipazione di sua moglie al programma Le Iene e dei commenti ricevuti.
SM – In realtà io non sapevo della partecipazione e non ho nemmeno visto il programma. Da quando io ho partecipato allo spettacolo mortificante della iena Toffa, quello in cui fu mandata in pasto ai teledipendenti una sceneggiata di uno squallore rivoltante sui vaccini, io con le iene, con cui in passato feci diverse trasmissioni, non ho più contatti. Comunque sia, mia moglie ha parlato dei militari ammalati da polveri belliche, quelli che lo stato, coerente con la sua propria morale, abbandona come fa qualcuno con i cani sull’autostrada. Dei commenti non mi sono interessato. Ho solo trovato divertente quello che mi ha letto mia moglie: il parto di un cavadenti di provincia che da anni, spacciandosi per esperto di ogni cosa pur avendo una cultura modestissima e nessuna esperienza di ricerca, chissà perché ci perseguita senza riuscire ad avere attenzione. Ora quel tizio accusa mia moglie di abuso della professione medica raccontando ai beoti che prendono per buoni i suoi deliri che lei, rubando il mestiere ai medici, visiterebbe i militari malati. Come è ampiamente noto, mia moglie è fisico e bioingegnere e mai nella vita le sarebbe passato per la mente di visitare chicchessia, cosa, peraltro, che non ci servirebbe neppure. Ciò che lei fa è chiedere ragguagli a chi ci chiede analisi e analizzare al microscopio elettronico dei campioni patologici e questo è tutto. Sono tutti i risultati ottenuti in qual modo a fare scienza. Tra tutte le accuse balzane ricevute, quella di quel poveretto spicca per disperazione.
RD – Ma l’abuso di professione medica è un reato.
SM – Certo. E accusare falsamente qualcuno, per di più con l’aggravante di averlo fatto pubblicamente, di aver commesso un reato è un reato a sua volta: si chiama calunnia ed è perseguibile penalmente.
RD – Dunque, sua moglie agirà nei confronti del dentista?
SM – Non saprei. A me quel personaggio fa solo la pena profonda di chi, malato, chiede disperatamente attenzione.
FONTE E CREDITI: http://www.vitalmicroscopio.net/2017/03/01/la-censura-arrogante-sui-vaccini/
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