Quotidiano Sanità, edizione web del 15 Novembre 2017 (link)
Accordo in XII Commissione alla Camera su testo unificato su diverse risoluzioni, presentate da gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizoine, che impegnano il Governo ad includere la patologia nell'elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario e che devono rientrare nei Livelli essenziali di assistenza. IL TESTO
15 NOV - È stata approvata alla unanimità dai membri della Commissione Affari sociali della Camera un testo unificato della risoluzione che, impegnando il Governo su nove diversi punti, prevede di includere la fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario e che devono rientrare nei Livelli essenziali di assistenza.
Nel documento si spiega come, sebbene l'Oms abbia riconosciuto già dal 1992 l'esistenza della fibromialgia e nonostante anche altre organizzazioni mediche di carattere internazionale l'abbiano considerata una malattia cronica, solo una parte dei Paesi europei ha condiviso questa posizione, e tra questi non figura l'Italia. Viene inoltre sottolineato come la ricerca di base, la sperimentazione clinica e la cura della fibromialgia nel nostro Paese siano tra "i più arretrati a livello europeo e internazionale". Nessuna associazione medica italiana ha redatto linee guida sulla patologia e, ad oggi, rarissimi sono i centri dedicati alla cura della fibromialgia. Ne consegue che i cittadini che soffrono di questa patologia incontrano operatori sanitari, dal medico di base ai diversi specialisti, del tutto impreparati a riconoscere e a trattare adeguatamente le loro sofferenze.
Nel documento si spiega come, sebbene l'Oms abbia riconosciuto già dal 1992 l'esistenza della fibromialgia e nonostante anche altre organizzazioni mediche di carattere internazionale l'abbiano considerata una malattia cronica, solo una parte dei Paesi europei ha condiviso questa posizione, e tra questi non figura l'Italia. Viene inoltre sottolineato come la ricerca di base, la sperimentazione clinica e la cura della fibromialgia nel nostro Paese siano tra "i più arretrati a livello europeo e internazionale". Nessuna associazione medica italiana ha redatto linee guida sulla patologia e, ad oggi, rarissimi sono i centri dedicati alla cura della fibromialgia. Ne consegue che i cittadini che soffrono di questa patologia incontrano operatori sanitari, dal medico di base ai diversi specialisti, del tutto impreparati a riconoscere e a trattare adeguatamente le loro sofferenze.
Alla luce di tutto questo il testo unificato della risoluzione impegna il Governo a:
1) ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell'elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza), attualmente in corso di aggiornamento, attraverso il confronto con i referenti delle società scientifiche maggiormente riconosciute per lo studio della fibromialgia e i componenti della Commissione per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza;
2) ad adottare iniziative, anche per il tramite dell'Istituto superiore della sanità, per individuare criteri oggettivi e omogenei per l’identificazione e la distinzione dei sintomi e delle condizioni cliniche delle persone affette da fibromialgia in base al livello di gravità e invalidità della malattia, ai fini dell’inserimento della sindrome fibromialgica tra le malattie invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa, individuate dal regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 28 maggio 1999, n. 329;
3) ad assumere iniziative affinché sia avviato un piano di informazione e di formazione del personale sanitario, che consenta una più ampia ed approfondita conoscenza della fibromialgia, anche al fine di ridurre i tempi necessari per formulare una corretta diagnosi;
4) ad assumere iniziative affinché il codice della fibromialgia possa essere impiegato anche al fine di monitorare l’utilizzo delle prestazioni ad essa afferenti;
5) a considerare l’opportunità di adottare iniziative per pervenire alla definizione di “cronicità” da parte dello specialista reumatologo o algologo, riconfermabile dopo un periodo di 24 mesi;
6) ad assumere iniziative per definire criteri, modelli e indicatori al fine di individuare, tenuto conto delle competenze delle regioni, centri di riferimento multidisciplinari a livello regionale, dedicati alla ricerca o all'attività clinico-assistenziale relativa alla sindrome fibromialgica e per individuare, nell’ambito delle migliori esperienze regionali, un PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) in grado di costituire il modello per un eventuale, successivo percorso di standardizzazione su tutto il territorio nazionale;
7) a promuovere la sperimentazione di cure integrate della fibromialgia, quali tecniche di gestione dello stress, agopuntura, idroterapia, ozonoterapia, camera iperbarica, integrate con un uso transitorio e sapiente della farmacologia;
8) a considerare l’opportunità di assumere iniziative relative alla possibilità dell'utilizzo di farmaci cannabinoidi per i pazienti affetti da fibromialgia;
9) a considerare la fibromialgia quale malattia ad elevato impatto sociale oltre che sanitario e, di conseguenza, ad assumere iniziative per promuovere il ricorso all'istituto del telelavoro, sia nelle forme del lavoro a distanza, che del telelavoro domiciliare, quale forma di opportunità e di ausilio per le categorie di lavoratori in situazione di disagio a causa di disabilità psico-fisica causati dalla sindrome fibromialgica e da altre malattie croniche e invalidanti.
15 novembre 2017
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